Stefano Battain

Stefano Battain, detto Teto, è di Canale d’Agordo, ha il 46 di piede e una falcata ampia e veloce. Ha messo un piede – a volte anche due – in più continenti, prima come studente, poi come volontario e infine come cooperante.

 

Mossi i primi passi alla ricerca dell’altro prima in Sud America e poi in India, Stefano in seguito dirige il suo percorso verso l’Università di Birmingham per studiare un master in riduzione della povertà e gestione dello sviluppo. Questa è solo una delle tappe che lo portano a toccare il suolo africano in Sierra Leone, Tanzania e Sud Sudan.

 

La sua esperienza in Africa inizia come volontario in servizio civile e poi come rappresentante paese in Tanzania, con l’ONG CVM – Comunità Volontari per il Mondo, dal 2008 al 2012, per poi trasferirsi in Sud Sudan con l’ONG francese ACTED, gestendo progetti agricoli orientati alla sicurezza alimentare fra il 2012 e il 2014.

 

La ricerca e la curiosità verso lo sviluppo e la cooperazione, le sue contraddizioni e le possibili alternative, le dinamiche sociali quali risultato di politiche e scelte dei governi, la nascita di formazioni collettive strutturali, spingono Stefano a ulteriori riflessioni, ad analizzare la problematica da un punto di vista globale, a puntare il suo naso verso nuovi orizzonti, così come una bussola che indica i diversi mondi ancora da scoprire e dove affondare per la prima volta i suoi passi.

 

Dopo aver vissuto un anno e mezzo in Giordania lavorando con le comunità locali e i rifugiati siriani, da settembre 2017 Stefano vive con Daniela a Londra, dove attualmente lavora come Food Security and Livelihoods Advisor per War Child, un’organizzazione non governativa per l’assistenza all’infanzia in zone di guerra.

 

È possibile leggere alcuni racconti della vita di Stefano in Africa sul suo blog Notas de Viaje; collabora inoltre con i siti web Anordestiche e Slowear Journal.

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